Museo Archeologico

Allestimento

Il Museo Archeologico, inaugurato nel 2012, ripercorre e racconta la storia di uomini e donne che hanno abitato Lanciano e il territorio dal Neolitico (VI-V millennio a.C.) sino al Medioevo.

Un articolato allestimento comprendente reperti provenienti in particolare dagli scavi condotti nel centro storico dalla Soprintendenza Archeologica a partire dal 1991 che hanno permesso di procedere ad una ricostruzione scientifica della storia della città e del territorio.

Sino al 1991 i pochi dati disponibili sulla città romana, erano infatti legati a notizie non verificabili sedimentatesi nei secoli in scritti di autori locali. Fra XVII e XIX secolo si interessavano della città studiosi illustri, come il Bocache, l’Arcivescovo Antinori e l’abate Romanelli, utilizzando per ricostruirne la storia antica notizie da vari rinvenimenti archeologici casuali, monete, epigrafi, strutture murarie, pavimenti, oggi non più verificabili, oltre naturalmente a tradizioni più o meno leggendarie ed all’uso delle limitate fonti antiche.

La città antica di Anxanum (Lanciano) appare menzionata negli scritti di vari autori latini quali Plinio il Vecchio, Livio, Varrone, Sigonio, come importante insediamento della Frentania; in particolare Plinio, descrivendo la regione abitata dalla popolazione italica dei Frentani, ricorda che “Sulla costa vivono i Frentani e sorgono le città di Histonium (Vasto), ed Hortona (Ortona). All’interno vivono quegli Anxani (Anxanenses), che hanno l’attributo di “Frentani”.

La narrazione parte dai villaggi neolitici, prosegue con le prime testimonianze riferibili alle origini della città, descrive i modi del vivere, i culti, l’economia e i rituali funebri della città frentana e romana, per concludersi infine con le fasi tardoantiche, altomedievali e medievali.

Uno spazio è dedicato infine a materiali provenienti da scavi condotti nel territorio al fine di ricostruire l’assetto dell’intera area frentana gravitante su Lanciano; il museo presenta infatti reperti da Colle Pizzuto, da Mozzagrogna, dalla villa costiera rinvenuta a San Vito Marina-Murata Bassa (1995), dai corredi di sepolture dalle necropoli d’epoca italica, romana, tardoantica ed altomedievale indagate fra 1999 e 2007 nell’area circostante la monumentale abbazia benedettina di S. Giovanni in Venere a Fossacesia.

Responsabile Archeologa Roberta ODOARDI.