Polo Museale
La struttura
LA STORIA
Il Monastero di Santo Spirito è tra gli edifici più antichi della città. I suoi resti hanno superato secoli di vicende, per lo più distruttive, che si sono protratte fino a pochi decenni or sono.
Molto è andato distrutto, ma ciò che restava in piedi è stato sufficiente per ripristinare e conservare la memoria di un complesso monastico trecentesco di grande rilevanza, appartenente all’Ordine del Papa del Gran Rifiuto, Celestino V (Pietro da Morrone). La fondazione risale al 1293.
Per dimensioni e ubicazione il Monastero di Lanciano doveva costituire un centro religioso di considerevole importanza, in grado di esercitare il controllo di un vasto territorio. All’epoca della sua fondazione la scelta dell’ubicazione corrispondeva ai requisiti e alle regole proprie dell’Ordine Morronese. I monasteri e gli eremi celestiniani venivano costruiti lontano dai centri abitati, in zone isolate, a contatto con la natura, i boschi e le montagne. Si ispiravano al modello benedettino di vita monastica, dedita non soltanto alla preghiera ma anche al lavoro manuale, allo studio, alla traduzione e catalogazione di testi antichi, alla vita comunitaria, all’accoglienza dei poveri e dei pellegrini. Il Monastero era costituito da una chiesa a navata unica, da una cella principale per l’abate, da tre corpi rettilinei che delimitavano il chiostro a lato della chiesa. Conteneva una biblioteca molto fornita, il refettorio, le celle dei frati, le stanze di accoglienza e i servizi.
La vita del Monastero, conosciuta a più riprese fino a tutto il Cinquecento, si interrompe bruscamente nel 1654, allorché le cosiddette “Soppressioni Innocenziane” (volute da Papa Innocenzo X) ne determinarono la chiusura. Nei secoli successivi il complesso, passato nelle mani dei privati, subisce un inesorabile declino, venendo adibito a cereria alla fine dell’ottocento e successivamente a fabbrica di mattonelle di cemento, riducendosi in fine quasi allo stato di rudere. Solo nella chiesa il culto continuerà ad essere officiato fino ai primi decenni del ventesimo secolo. Sul finire degli anni ’80 fu assunta l’iniziativa di salvare l’edificio dalla completa rovina cui sembrava condannato.
Della struttura originaria sono rimaste la facciata della chiesa, la muratura a secco con parametro esterno in ciottoli di fiume, la cortina di mattoni e le monofore in pietra arenaria.
IL RECUPERO
Il progetto di restauro è stato redatto dall’Arch. Vittorio Renzetti, allora Dirigente del Settore Urbanistica e Centro Storico del Comune di Lanciano e dall’Arch. Vincenzo Bianco suo valido collaboratore. A quest’ultimo, scomparso prematuramente, è stata intitolata la Sala Convegni della nuova struttura.
Direttore dei Lavori Arch. Vittorio Renzetti, autore della pubblicazione contenente le notizie storiche sul monastero, i tratturi, la città e la documentazione grafica, fotografica e descrittiva delle varie fasi dei lavori.
Il volume dal titolo “Il recupero del Monastero Celestiniano di Santo Spirito di Lanciano – Museo della Città” è edito dalla Editrice Tabula di Lanciano.
IL MONASTERO S. SPIRITO OGGI
Dopo quasi un ventennio di lavoro, è stato possibile recuperare il Monastero Celestiniano oggi “Polo Museale Santo Spirito”.
Attualmente il Polo Museale ospita:
– Il Museo Archeologico, che conserva reperti provenienti dagli scavi condotti nelle aree della città antica di Lanciano, da quelli del Santuario del Miracolo Eucaristico, agli scavi nella Vallata del Diocleziano, da quelli del Villaggio Neolitico di Marcianese alle ville di Mozzagrogna e San Vito Chietino ed ai ritrovamenti dei corredi funebri nell’area di San Giovanni in Venere di Fossacesia;
– La mostra permanente “Lo Splendore dell’Immagine” donazione Alfredo Paglione;
– Una sala per mostre temporanee;
– La sala convegni “Vincenzo Bianco” adibita a manifestazioni ed eventi culturali. 120 posti a sedere, dotata di attrezzature tecniche (impianto audio-video). La sala ha un’entrata anteriore e servizi igienici indipendenti che consentono la massima funzionalità per i suoi ospiti.
ACCESSIBILITÀ
Nel Museo sono state eliminate tutte le barriere architettoniche che potrebbero limitare la possibilità di spostamento autonomo da parte dei visitatori portatori di disabilità motorie. Le rampe consentono quindi una piena e libera fruizione degli spazi museali per tutti i visitatori.